Paolo Polvani
Già da una semplice scorsa degli argomenti trattati nel bel volume “Tentazioni” balza agli occhi l’apertura intellettuale, questo bello slargo che si apre al Canto della Siria, a Khaled e a Yaser, che nel caso di un poeta non è mai visione teorica ma appassionata disposizione dello sguardo e del cuore.
Altro elemento da evidenziare è la padronanza del linguaggio, un linguaggio concreto di evidente derivazione classica, testimone di letture profonde e molteplici.
Non emerge nei versi una tendenza al ripiegarsi su sé stessi, come spesso avviene in tanta poesia che alla fine gira soltanto intorno a problematiche personali, ma di nuovo una tessitura interessante e intelligente tra il personale sentire e la realtà circostante.
Ho particolarmente apprezzato “Prima tentazione: Concerto”, per una naturale disposizione all’ascolto musicale.
Mi è piaciuta molto anche la poesia “A mia madre”, soprattutto i versi:
“Mi turba il tuo sorriso e come un graffio
riga la superficie del tramonto”.
In definitiva una piacevolissima lettura, che rivela panorami interessanti e una visione della vita in cui scopro notevoli affinità.